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La riva sinistra della Dora Baltea, con i suoi scoscesi terrazzamenti di piccoli frammenti di vigna, è uno spazio viticolo dalla perfetta esposizione, con una geologia glaciale-alluvionale. Aosta, Quart, Nus, Saint-Christophe: in questi comuni, tra 650 e 750 metri di altitudine, Ilaria Bavastro coltiva praticamente da sola, con caparbietà e ostinazione, numerosi fazzoletti di vigna ad alberello non meccanizzabili in alcun modo, per un totale di circa due ettari. È un'impresa iniziata nel 2009, partendo da soli 3.000 mq di vigneto. Un duro lavoro fatto tutto a mano, preservando vitigni autoctoni e ceppi vecchissimi, alcuni dei quali centenari, spesso disposti in modo del tutto promiscuo. La vendemmia è dunque una litania di passaggi. Per i trattamenti fitosanitari solo rame e zolfo, per una viticoltura organica (non certificata).
La definizione "viticoltura eroica" non è abusata; il lavoro di vinificazione è il logico proseguimento di un tale slancio. Fermentazioni spontanee, affinamenti lunghi (in legno piccolo o in acciaio) per evitare chiarifiche e filtrazioni. L'uso dei solfiti è assai contenuto. I vini di Ilaria – franchi, diretti, senza fronzoli – restituiscono l'integrità della loro origine rispettata.
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