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Bruno Credaro coltiva da anni una manciata di appezzamenti piantati a vite sugli alti terrazzamenti sopra Montagna in Valtellina, appena fuori Sondrio. Diversamente dalla tendenza generale, le sue vigne sono inerbite spontaneamente, l'uso di fitofarmaci è oculatamente ragionato, le rese sono molto contenute, il concime proviene da bestiame prodotto in azienda. Ovviamente, il Nebbiolo (Chiavennasca) è il vitigno principe, ma tra i filari dell'azienda agricola Dossi Retici trovano posto anche ceppi di antiche varietà autoctone: Russola, Brugnola e altre. Le viti sono piantate a "ritocchino", ovvero parallelamente al pendio: una scelta faticosa, ma propizia alla qualità.
In cantina il lavoro di Credaro è coerente con il suo approccio agronomico: meno interventi possibili. Le fermentazioni avvengono con lieviti e batteri indigeni, il lungo affinamento in botte grande o in vasca permette di evitare chiarifiche e filtrazioni. Il metabisolfito è limitato a 50 mg/litro circa. Da questo percorso nascono vini di nitidissimo stampo valtellinese tradizionale. Il declassamento volontario a IGT Terrazze Retiche di Sondrio, per semplicità burocratica, non deve indurre in erronee considerazioni sul piano qualitativo…
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