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È a Ruino, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, che nel 2010 Francesco Cardinali rileva il piccolo insediamento agricolo di Casa Zuffada. Ristruttura i manufatti e affianca alle circa 200 viti già presenti (una compiantazione di Pinot nero, Nebbiolo e Croatina quasi centenari) un nuovo impianto di Pinot noir.
Tra il 2013 e il 2014 vengono messe a dimora 7.000 barbatelle acquistate in Francia, che entrano in produzione nel 2016. Con la consulenza dell'etneo Salvo Foti le viti sono posizionate a quinconce (ovvero con un modulo a rombo), in maniera da ottenere filari liberi, accessibili da qualunque prospettiva, e potate ad alberello.
Il metodo agronomico è biologico, con lavoro interamente manuale e zappatura a mano sotto il ceppo. In vigna si usano solo rame e zolfo. Dall'annata 2017 il vino potrà fregiarsi della certificazione bio ufficiale.
Il microclima di Ruino è ottimamente ventilato, con escursioni termiche quotidiane estive di ben 12-14 °C, rese possibili anche dall'altitudine (circa 600 metri), fondamentali per lo sviluppo e la finezza degli aromi nelle uve.
La vinificazione, dedicata esclusivamente al progetto spumantistico e a un'unica etichetta, segue coerentemente l'approccio poco invasivo della campagna. Vendemmia manuale e fermentazione alcolica spontanea in acciaio; tiraggio non prima di marzo con lieviti indigeni e poi sosta sui lieviti per almeno 30 mesi.
Dopo la sboccatura non si fa ricorso ad alcun dosaggio. In nessuna fase della vinificazione si aggiungono solfiti. È così che Francesco ottiene un grande metodo classico, asciutto, tagliente e rigoroso, di pregevole naturalezza espressiva.
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